La Slow fashion non è uno slogan, ma un tema portato alla ribalta dalle tante inchieste che hanno messo in luce gli sfruttamenti umani e ambientali legati al mondo della moda. Partendo da un’analisi documentata sull’industria tessile e sull’impatto che ha sull’ambiente, Dario Casalini va alla ricerca di un nuovo paradigma che possa unire bellezza e utilità, salvaguardando anche la nostra salute. Si parla della nostra pelle che veste gli abiti, di tracciabilità della filiera, di nuovi modelli di commercio per progettare capi di abbigliamento che durino a lungo, non vestiti che talvolta diventano rifiuti ancora prima di essere indossati. Bisogna diffidare da capi venduti a prezzi insensati e piuttosto rivalutare il mondo del vintage e dell’usato. Una critica al sistema globale del tessile e della moda che sta contribuendo in maniera sensibile, proprio come quello alimentare, a minare gli equilibri del Pianeta e la vita dei miliardi di persone che lo abitano.
Dario Casalini (1975), già docente universitario di Diritto Pubblico, nel 2013 lascia la carriera accademica per prendere le redini dell’azienda di famiglia, che, dal 1936, con il marchio Oscalito, produce a Torino maglieria di qualità con filiera verticalmente integrata dal filo al capo finito.
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