«Cent’anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria
cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e
cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio
il proprio figlio, e la donna che l’aveva messo al mondo». Comincia così il
racconto di Aldo Cazzullo su Mussolini. Una figura di cui la maggioranza degli
italiani si è fatta un’idea sbagliata: uno statista che fino al ’38 le aveva
azzeccate quasi tutte; peccato l’alleanza con Hitler, le leggi razziali, la
guerra. Cazzullo ricorda che prima del ’38 Mussolini aveva provocato la morte
dei principali oppositori: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni,
Carlo e Nello Rosselli. Aveva conquistato il potere con la violenza, fin dal
1922 si era preso la rivincita sulle città che gli avevano resistito, con
avversari gettati dalle finestre di San Lorenzo a Roma, o legati ai camion e
trascinati nelle vie di Torino. Aveva imposto una cappa di piombo: Tribunale
speciale, polizia segreta, confino, tassa sul celibato, esclusione delle donne
da molti posti di lavoro. Aveva commesso crimini in Libia, in Etiopia, in
Spagna. La guerra non fu un impazzimento del Duce, ma lo sbocco logico del
fascismo, che sostiene la sopraffazione di uno Stato sull’altro e di una razza
sull’altra. Idee che purtroppo non sono morte con Mussolini. Anche se Cazzullo
demolisce un altro luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati
fascisti. E l’antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti gli
italiani.
Aldo Cazzullo (1966) da oltre trent’anni racconta sui
giornali le principali vicende italiane e internazionali. Ora cura la pagina
delle Lettere del «Corriere della Sera», di cui è vicedirettore ad personam. Da
Mondadori ha pubblicato tra gli altri Viva l’Italia!, La guerra dei
nostri nonni, Giuro che non avrò più fame, I ragazzi di via Po, I
ragazzi che volevano fare la rivoluzione e Testamento di un
anticomunista. Dalla Resistenza al golpe bianco con Edgardo Sogno. I suoi
due libri su Dante (A riveder le stelle e Il posto degli uomini)
hanno venduto oltre trecentomila copie.
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