La Russia è “la macchina degli incubi dell’Occidente” e il
romanzo di Giuliano da Empoli, che è un viaggio alla scoperta della mente
genialmente tortuosa di uno stratega del Cremlino, ci porta al cuore di quella
macchina e di quegli incubi. Nel corso di una lunga notte, Vadim Baranov,
l’uomo conosciuto come “il mago del Cremlino”, racconta gli uomini e le vicende
che hanno accompagnato la trasformazione di un anonimo funzionario del Kgb
nell’inesorabile Zar di oggi. Ispirato a una figura realmente esistente,
Baranov è un personaggio di straordinaria originalità, lontano da come ci
immaginiamo possa essere un consigliere di Putin: proviene dall’avanguardia
artistica, ha prodotto dei reality tv, scrive romanzi sotto falso nome. È un
uomo colto ma è anche un manipolatore senza scrupoli, capace di trasformare un
paese intero nella scena di un teatro dove non esiste altra realtà che il compimento
della volontà dello Zar. Un negromante che si nutre delle forze del caos per
costruire il potere senza limiti del quale finirà col rimanere lui stesso
prigioniero. Ma al di là della radiografia implacabile del sistema con i suoi
cortigiani, i suoi oligarchi, i suoi esuli braccati, le sue escort, i suoi
killer, Giuliano da Empoli ci racconta la favola più tremenda di tutte: quella
di un potere spietato, per il quale la violenza – come l’attualità ci ricorda
tragicamente – costituisce l’unico orizzonte di sopravvivenza possibile.
Giuliano da Empoli è un saggista e consigliere politico
italiano e svizzero che vive a Parigi, dove insegna politica comparata a
Sciences-Po. È autore tra gli altri di Canton Express. Due viaggi in Oriente
(1503-2008) (Einaudi 2008), Contro gli specialisti. La rivincita
dell’umanesimo (Marsilio 2013), La prova del potere (Mondadori
2015), La rabbia e l’algoritmo. Il grillismo preso sul serio (Marsilio
2017). Il suo ultimo libro, Gli ingegneri del caos (Marsilio 2019), sui
nuovi maestri della propaganda politica, è stato tradotto in dodici lingue. Il
mago del Cremlino, il suo primo romanzo, ha vinto il Gran Premio del Romanzo
dell’Académie Française.
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