Chi racconta questa storia di scrittori e editori, stampatori e mecenati, talenti e miserie è stato un protagonista dell’editoria italiana del Novecento. Ha lavorato in case editrici medie e grandissime, si è occupato di patrie lettere e letterature straniere. Soprattutto ha incontrato persone e cose, attraversato epoche, inventato collane, assunto e licenziato. Chi racconta somiglia abbastanza all’editoria italiana, elegante e iraconda, generosa e umbratile, colta e commerciale. Perché l’editoria è figlia dell’intellettualità e del commercio, non appartenendo in fondo a nessuno dei due. Ma esistono ancoragli editori capitani d’azienda? È vero che attraverso l’editoria si può raccontare la storia d’Italia, quella tra le due guerre e degli anni di piombo, quella dei magnifici anni Ottanta e la più recente, quando i protagonisti sono meno eroici ma più inattesi? Con tono epico e comico, affettuoso e tagliente, Gian Arturo Ferrari ci accompagna nelle avventure degli uomini e delle donne che si sono occupati di scegliere come, quando e quali libri pubblicare: in un paese in cui tutti scrivono e pochi leggono.
Gian Arturo Ferrari è stato professore di Storia del pensiero scientifico presso l’Università di Pavia. Collaboratore di Paolo Boringhieri, editor della Saggistica Mondadori nel 1984,direttore dei Libri Rizzoli nel 1986, è rientrato in Mondadori nel 1988, dove è stato dal 1997 al 2009 direttore generale della divisione Libri. Ha presieduto il Centro per il libro e la lettura. Dal 2015 al 2018 è stato vicepresidente di Mondadori Libri. È presidente del Collegio Ghislieridi Pavia. Oltre a Storia confidenziale dell’editoria italiana, è autore di Libro (Bollati Boringhieri 2014) e Ragazzo italiano (Feltrinelli 2020, finalista al premio Strega)
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