“Abbiamo incontrato il nemico, e siamo noi”, diceva all’inizio degli anni ‘70 un popolare personaggio dei fumetti. Non immaginavamo che la battuta avrebbe descritto a perfezione la situazione cinquant’anni dopo. Mentre in Occidente le condizioni materiali di vita sono le migliori di sempre e continuano a migliorare, il risentimento domina ogni spazio della vita comune: élite corrotte, immigrati, banchieri e intellettuali sono di volta in volta i “colpevoli” che tanti cittadini percepiscono in modo così drastico da mettere in discussione la democrazia liberale. Ma dove ha fallito la democrazia? La risposta che Tom Nichols dà è un’altra, scomodissima domanda: e se fossimo noi a non aver superato la prova della democrazia? Noi, cittadini del Ventunesimo secolo, incapaci di dedicare tempo, motivazione e intelligenza ai temi del giorno – a meno che non siano di importanza personale? Secondo Nichols siamo ormai diventati una società narcisistica e infantile, affamata non di pane ma di conferme tribali e nazionalistiche, percorsa da tentazioni autoritarie che ci mettono a rischio. Tutto è perduto, dunque? No, perché resuscitando virtù dimenticate come amore per la comunità, compromesso, orgoglio civile e sacrificio potremo difendere la democrazia, ancora oggi il nostro più prezioso bene comune.