l'avventuriero

Incontro con Gianni Dubbini Venier

Domenica
1 gennaio 2023

Ore 18
Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi

ingresso su prenotazione.

Venezia, novembre 1653. Nicolò Manucci sale a bordo di un veliero pronto a salpare e si nasconde tra i sacchi delle provviste. Il vascello lascia a poppa le luci notturne di Palazzo Ducale. Destinazione: l’ignoto. Nel Seicento, Venezia rimaneva, assieme a Lisbona, Amsterdam e Londra, una delle principali porte europee verso l’Asia. Da lì partivano mercanti, ambasciatori, consoli, cartografi, navigatori e spie. Manucci non era però nessuno di questi. Quattordici anni, di umili origini, era appena scappato di casa. A bordo di quella nave venne reclutato da un aristocratico inglese, Lord Bellomont, che stava svolgendo una delicata missione diplomatica alla corte di Persia. La destinazione dei due avventurieri: Isfahan, la capitale dell’impero safavide, che all’epoca veniva soprannominata in persiano «nisf-i-jahan»: «la metà del mondo». Per arrivarvi, i due avrebbero dovuto attraversare in carovana la Turchia, l’Armenia e gli sconfinati altopiani desertici dell’Iran. Tre secoli dopo, tra l’estate del 2015 e l’inverno del 2016, Gianni Dubbini Venier si è messo sulle tracce di Manucci insieme alla fotografa Angelica Kaufmann. Da Venezia allo stretto di Hormuz, inoltre cinquemila chilometri via terra, lo seguiamo in un reportage e una ricerca storica che è anche un viaggio di formazione, attraverso le geografie culturali più complesse e affascinanti della nostra contemporaneità.

Gianni Dubbini Venier, veneziano, si è laureato in Storia all’Università Statale di Milano. Nel2013 si è specializzato in Archeologia della Via della Seta e in Storia dell’Arte dell’Asia Meridionale alla School of Oriental and African Studies (SOAS), University of London. È stato postgraduate fellow presso la Royal Geographical Society. Autore di varie pubblicazioni accademiche in italiano e inglese, ha curato mostre fotografiche a Milano e a Venezia sul viaggio di Manucci. Ha tenuto conferenze in Italia, Londra, Edimburgo, Lisbona e al MET di New York. È membro dell’Indian Art Circle della SOAS. Ha viaggiato con lo zaino in spalla in molti paesi di Medio Oriente, Caucaso e soprattutto in Iran e in India.

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