Un figlio, un padre, un redde rationem. Il figlio torna sui suoi passi, lungo il percorso in cui è diventato figlio, le svolte che l’hanno liberato dal padre, e infine al sentiero solitario in cui è tornato a lui. Non siamo di fronte a un padre qualunque, e neanche a un figlio qualunque. Dino Risi è il regista che ha arricchito di storie, di emozioni, di immagini la cosiddetta “commedia all’italiana”. Marco Risi è il giovane che ha sfidato il padre sul suo terreno e si è aperto una strada sua. Si può essere figlio e sentire il padre anche come un maestro? Il racconto finisce per accendere le luci in sala. Torna il grande cinema. Le relazioni, le battute fulminanti, becere e folgoranti, le amicizie, Mastroianni, Fellini, e le donne, tante donne, leggendarie, un eros ossessivo che si snoda come una luce, come una magia, anche minacciosa. Una storia che sta fra l’epica e la commedia: la vitalità del cinema fra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta dipendeva da un clima di intesa, di coesione, magari anche di conflitto, ma tutti erano sullo stesso palcoscenico. E in mezzo a questo sciamare di episodi memorabili, un personaggio indimenticabile, severo e infedele, disincantato ed elegante.
