La saggezza comune, quella che i telegiornali non smettono di annunciare, vorrebbe che il mondo fosse un posto sempre più insicuro, più selvaggio, più duro. Più povero, soprattutto per alcuni. Eppure, forse non è esattamente così. Anzi, potrebbe persino essere che le cose vadano esattamente nella direzione opposta. Prima di gridare allo scandalo, fermatevi a leggere un libro. A sostenere questa tesi quasi eretica sono i i nudi numeri, le cifre, le tendenze, i dati raccolti da un grande studioso, che aggiunge la sua voce a quella di molti con lui. Il progresso esiste.

È in libreria il nuovo fantastico saggio di Steven Pinker, docente ad Harvard e autore di Enlightenment now, “Illuminismo adesso. In difesa della ragione, della scienza, dell’umanesimo e del progresso” (Mondadori). Uno dei suoi libri precedenti, The Better Angels Of Our Nature, è stato per molti un caposaldo: in centinaia di documentatissime pagine descriveva come la curva della violenza fisica, cioè la probabilità di morire di morte violenta o di subire atti di violenza, fosse nella storia umana in continua, costante, assoluta diminuzione. Adesso Pinker si occupa del destino delle istituzioni nate dall’Illuminismo, a partire dalla forma di Stato in cui viviamo, e della concezione settecentesca del mondo: i diritti dell’uomo, la separazione dei poteri, la libertà di espressione, la possibilità di verificare razionalmente e in modo aperto quando i politici mentono o dicono la verità. Sempre però a partire da un assunto di fondo, che dimostra con decine di grafici, una pluralità di fonti e di basi numeriche: il mondo è un luogo in cui si compiono giganteschi passi avanti, a dispetto di quello che ci viene spesso raccontato.

È una tesi quasi eretica: a dispetto delle infinite e irrimediabili ingiustizie che continuano a prodursi e che ci saranno sempre nella storia dell’uomo, oggi in buona parte del globo, occidentale e non, si vive materialmente molto meglio. Non solo di cinquecento anni fa: si vive meglio di cinquanta, di dieci, di cinque anni fa. Nell’aspettativa di vita, nella tutela della salute, nella riduzione della fame e nella moltiplicazione delle fonti di sostentamento. E ancora: nella crescita e distribuzione della ricchezza, nella riduzione delle disuguaglianze, nell’affermazione della pace e nella difesa della sicurezza, nella diffusione della democrazia. Nell’accesso alla conoscenza. Grazie, fondamentalmente, al meccanismo di cooperazione tra gli uomini e tra le nazioni che abbattendo secolari diffidenze e ostilità ha permesso al progresso umano di liberare le proprie energie; soprattutto grazie alle idee e ai metodi di governo generati nel XVIII secolo, nell’Età dei Lumi. Che sopravvivono, tra molte difficoltà, ancora oggi. Leggere “Illuminismo adesso” è utile anche e soprattutto se questo lungo elenco non convince del tutto: le tesi di Pinker possono essere sfidate, ma solo se prima si incontra visivamente, immediatamente, l’affascinante insieme di dati che ci viene proposto. E se non si cede alla tentazione della superstizione. Perché “gli uomini governati dalla ragione non appetiscono per sé nulla che non anelino per gli altri uomini” (Baruch Spinoza).