Manoel Francisco dos Santos, detto Garrincha (lo scricciolo), era alto un metro e sessantanove, la stessa altezza di Messi. Grazie a lui il Brasile divenne campione del mondo nel 1958 e nel 1962, e il Botafogo, il suo club, regnò a lungo sul campionato carioca. Con la sua faccia da galeotto, le spalle da lottatore e le gambe sbilenche come due virgole storte, è passato alla storia come il dribblatore pazzo, il più geniale e il più improbabile che abbia calcato i campi di calcio. Dio primitivo, divise la scena del grande Brasile con Pelé, il suo alter-ego, il re disciplinato, ascetico e professionale. Ma scrivere la storia del calcio brasiliano significa parlare anche di Julinho, Botelho, Rivelino, Jairzinho, Zico, Ronaldo, Ronaldinho, Denílson, Robinho, Neymar, portatori di un’estetica irripetibile, di un movimento d’anca che il calcio ha in comune con la samba e con la capoeira. Cultore del football brasiliano, Olivier Guez celebra i suoi interpreti: quegli «uomini elastici che vezzeggiano la palla come se danzassero con la donna più bella del mondo».
L’appuntamento con Olivier Guez intorno a “Elogio della finta” (Neri Pozza) a Una Montagna di Libri è per Lunedì 5 Agosto 2019, alle ore 11.30, sui prati del Piccolo Brite di Cortina d’Ampezzo, località Alverà.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Prenotazione dei posti consigliata, all’indirizzo info@unamontagnadilibri.it.